Come si produce il miele? Nascita di un alimento buono e prezioso

Come si produce il miele?

Come si produce il miele? Nascita di un alimento buono e prezioso

Chissà quante volte ci siamo chiesti come si produce il miele. Ecco, oggi abbiamo voluto osservare di nascosto chi il miele lo produce davvero. Scoprire perché lo fanno e come lo fanno. Il compito dell’uomo, anche se può sembrare marginale, resta comunque più importante di quanto si creda. Una simbiosi artificiale che va bene a tutti.

Le protagoniste: le api operaie

Partiamo da quelle che sono le protagoniste di questa piccola grande avventura della produzione del miele. Come forse sapete già, i ruoli all’interno dell’alveare sono molto precisi. Ci sono l’ape regina, al vertice dell’alveare, i fuchi (addetti maschi alla riproduzione) e le api operaie. In particolare, della produzione del miele si occupano le api operaie, dette anche bottinatrici, perché sono quelle incaricate di portare a casa il “bottino” costituito dalle due materie prime da cui si ottiene il miele. Le api operaie diventano operative, ovvero bottinatrici, a partire dal ventesimo giorno di vita e fino alla loro morte. Tenete presente che le api operaie e i fuchi vivono al massimo fino a 50/60 giorni, mentre le api regine vivono fino a tre anni. Ma come si produce il miele e da dove arriva?

Le materie prime: nettare e melata

La materia prima per eccellenza nella produzione del miele è il nettare, una sostanza costituita da acqua, zuccheri e altre sostanze come vitamine e sali minerali. Sostanze che ritroveremo anche nel risultato finale della produzione, ovvero nel nostro prezioso miele. Il nettare è prodotto dai fiori e ha lo scopo di attirare gli insetti impollinatori (come le api appunto) per permettere la fecondazione delle altre piante. Una seconda materia prima è rappresentata dalla melata, una sostanza zuccherina prodotta da alcuni parassiti delle piante come “scarto” della digestione della linfa delle piante stesse. Si tratta di una sostanza ricca di zuccheri, sali minerali e enzimi, richiamo per gli impollinatori al pari del nettare. A differenza del nettare, però, non può permettere una produzione stabile perché i fattori che ne determinano la raccolta sono molto variabili e per niente continui.

Come si produce il miele: la prima trasformazione

Abbiamo visto da dove arriva il miele, vediamo ora come arriva all’alveare e come diventa quel prodotto tanto buono e tanto salutare che conosciamo. In realtà è molto semplice, ovvero le api bottinano nettare e/o melata (a seconda dei casi) e cominciano il trasporto verso l’alveare. Per farlo, risucchiano le sostanze primarie in una sacca (detta borsa melaria) che può contenere fino a 40 mg di materia prima. All’interno della borsa melaria avviene una prima trasformazione, grazie agli enzimi digestivi delle api stesse. Arrivate a destinazione, poi, trasferito il “bottino” ad altre api che si occuperanno dello spostamento verso l’immagazzinamento finale. E ripartono in cerca di nuovi bottini. Ogni passaggio tra le api aggiunge nuovi enzimi al prodotto e in parte ne estrae l’acqua che verrà, come vedremo, in gran parte eliminata.

Come si produce il miele: la ventilazione

La destinazione finale del miele sono le note cellette esagonali di un alveare. Queste, realizzate nei melari, vengono usate come dispense per depositare il sostentamento dell’intero alveare, anche in periodi in cui la sua produzione è scarsa (per le temperature più rigide e l’assenza di fioriture adeguate). A questo punto, però, il miele contiene ancora un’alta percentuale di acqua e si presenta piuttosto liquido. Per arrivare al prodotto cui siamo abituati noi, manca un passaggio essenziale: la ventilazione. E qui la natura crea un piccolo miracolo di ingegneria e creatività. Sbattendo le ali, infatti, le api creano le condizioni di arieggiamento e calore necessarie ad abbassare l’umidità del miele verso le percentuali ideali del 16%-18%. Questo è, tra l’altro, il motivo per cui spesso, passando vicino agli alveari, si sente il caratteristico “ronzio sordo”. Ma, raggiunta la giusta densità e quindi la giusta umidità, le cellette vengono sigillate con la cera per una migliore conservazione.

Come si produce il miele: l’intervento umano

Finito il processo di produzione vero e proprio, interviene finalmente l’uomo. Come si produce il miele è una questione naturale, l’uomo in questa fase è solo un osservatore e un “servo delle api”. Gli attuali alveari, infatti, sono costituiti da pannelli con una rete e dei limiti che impedisce alla regina di depositarvi le uova. Pertanto il miele prodotto e depositato nelle celle lungo questi pannelli (detti melari), non sarà sottratto alle api, ma sarà un loro eccesso di produzione. Quando poi arriverà la stagione di “magra”, sarà l’apicoltore stesso a occuparsi del nutrimento delle proprie api, andando a ricompensarle per averle private della loro preziosa scorta. Il miele non richiede alcuna ulteriore trasformazione, né chimica né meccanica. Viene solo separato con un semplice filtro a caduta da eventuali residui di cera. Per il resto, anche l’eventuale surriscaldamento per poterlo filtrare meglio e renderlo meno “cristallizzato”, ne altererebbe irrimediabilmente le caratteristiche organolettiche e la qualità.

Il miele in Sardegna

In Sardegna da sempre si ottengono diversi tipi di miele, da quello di macchia mediterranea al miele di eucaliptus, dal miele millefiori al miele di sulla, il miele di asfodelo, il miele di ferula e quello di cardo. Poi abbiamo i due estremi: il delicatissimo miele di trifoglio e l’amaro miele di corbezzolo, miele rarissimo e vi racconteremo perché. I nostri, puri o combinati ad altri prodotti, li trovate tutti nell’apposita sezione dello shop. La Sardegna è, per caratteristiche geografiche, una delle regioni con la maggiore biodiversità in quanto a miele. Il prodotto finale è sempre un’eccellenza. Produzioni artigianali che donano ai nostri prodotti la semplicità di un alimento che nasce da una precisa organizzazione naturale delle api e dall’alto valore nutrizionale del prodotto finito. Sul miele non si tocca nulla, il miele è miele. Tutto il resto è altro.

NOTA BENE: A volte il miele si presenta parzialmente o totalmente cristallizzato e questo, anche se può sembrare un difetto, è al contrario sintomo di genuinità. Ma ve lo spiegheremo in un altro articolo

Comments (1)

  • Il miele e la primavera: ricomincia la stagione del dolce sapore - Sardissimo rispondere

    […] Oltre alle sostanze zuccherine l’ape trasporta all’alveare anche il polline che rappresenterà il nutrimento per le giovani larve. Il polline viene depositato in apposite cellette prima della consegna dell’operazione di trofallassi. Una curiosità riguarda il fatto che le api bottinatrici indichino, con una particolare danza, la direzione e la distanza della fonte del loro bottino alle altre api. Ne avevamo parlato meglio nel dettaglio in un altro articolo. […]

    21 Marzo 2025 a 9:00

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